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Macron: “Se i russi sfondano, non escluso l’invio di truppe”

Il presidente francese evoca ancora una volta la possibilità di inviare soldati se la Russia dilagasse e gli ucraini lo richiedessero esplicitamente, ma già a febbraio era stato sconfessato dagli USA

  • 2 maggio, 21:05
  • 2 maggio, 22:52
Il Presidente francese Emmanuel Macron

Il Presidente francese Emmanuel Macron

  • Keystone
Di: ATS/RSI Info

Il presidente francese Emmanuel Macron ha evocato ancora una volta la possibilità di inviare truppe, se Mosca sfondasse e gli ucraini lo richiedessero esplicitamente. Le nuove dichiarazioni di Macron fanno seguito all’avanzata costante dei soldati russi nel Donbass, dove hanno ingaggiato con il nemico pesanti combattimenti intorno ad Avdiivka. Il ministero della Difesa ha rivendicato la conquista del villaggio di Berdichy, nel Donetsk, su una strada strategica per il rifornimento delle truppe ucraine. L’area è quella di Avdiivka, dove i difensori sono costretti a schierare le riserve. Il principale obiettivo in questa direttrice resta Chasiv Yar, ormai carbonizzata dopo mesi di bombardamenti: dalla collina che la domina l’Armata sarebbe in grado di colpire la spina dorsale della difesa ucraina. La potenza di fuoco è impressionante. Solo ad aprile, secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il nemico ha lanciato “3800 bombe e missili”.

Per contenere l’avanzata delle truppe di Putin gli occidentali tentano di aumentare e accelerare la fornitura di armi a Kiev, ma secondo Parigi questo approccio potrebbe non essere più sufficiente. È Macron, in un’intervista all’Economist, a mettere le carte in tavola: “Se i russi sfondassero in prima linea, se ci fosse una richiesta ucraina - cosa che oggi non avviene - dovremmo legittimamente porci la domanda” di un eventuale invio di truppe al fianco degli ucraini. “Escluderlo a priori significa non imparare la lezione degli ultimi due anni”, quando i Paesi della NATO avevano inizialmente escluso l’invio di carri armati e aerei prima di cambiare idea, ha aggiunto il presidente francese. Che già a febbraio, quando aveva tirato fuori questa ipotesi per la prima volta, era stato sconfessato dalla maggior parte degli alleati (inclusi Stati Uniti, Italia e Germania).

Mosca ha liquidato le dichiarazioni di Macron con sarcasmo. Ma l’inquilino dell’Eliseo ragiona sul conflitto in Ucraina con uno sguardo all’Europa del futuro, che emergerà dopo il voto di giugno. E la sua ambizione è quella di guidare un processo di rinnovamento che porti l’UE a diventare una potenza globale. Rafforzata, tra le altre cose, da una difesa comune.

La minaccia russa al Vecchio Continente è rilanciata anche dalla NATO che si dice “profondamente preoccupata” per le recenti “attività maligne” di natura ibrida, sull’onda dei casi recenti che hanno portato all’indagine e all’incriminazione di più individui in Estonia, Germania, Lettonia, Lituania, Polonia, Regno Unito e Repubblica Ceca: “Una campagna sempre più intensa di attività che Mosca continua a svolgere in tutta l’area euro-atlantica, anche sul territorio dell’Alleanza e attraverso intermediari”.

Sul fronte della diplomazia, intanto, la Svizzera ha invitato più di 160 delegazioni al vertice sulla pace di giugno ma l’invito non è stato esteso alla Russia. Che non a caso ha commentato: “Negoziati di pace senza di noi non hanno senso”.

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