Ticino e Grigioni

Maturità: niente esami orali

Il DECS ha deciso di non organizzarli nei licei e alla commercio di Bellinzona. Il Ticino vuole rinunciare anche agli scritti, ma la decisione spetta a Berna

  • 25 aprile 2020, 20:04
  • 10 giugno 2023, 00:21

Cronache della Svizzera italiana delle 18.00 del 25.04.2020: il servizio di Romina Lara

RSI Ticino e Grigioni 25.04.2020, 20:05

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Di: CSI-Romina Lara/ludoC

Niente esami orali e, Berna permettendo, nemmeno gli scritti. È questo l'orientamento del Dipartimento ticinese dell’educazione (DECS) per quanto riguarda gli esami di maturità di fine liceo e della scuola cantonale di commercio di Bellinzona. Il calendario degli esami è pronto da tempo ma non si può non tenere conto dell’emergenza scatenata dal nuovo coronavirus. Mercoledì prossimo il Consiglio federale chiarirà come intende regolare la questione e il direttore del DECS, Manuele Bertoli, spera che si possa andare in questa direzione.

Il problema, spiega Bertoli ai nostri microfoni, “è che è difficile fare gli esami in queste condizioni: per questioni organizzative e anche per quello che è successo”, ovvero che da metà marzo le scuole sono chiuse e, anche nei licei, l’insegnamento si fa a distanza.

Esami orali di competenza cantonale

L’orizzonte dato dal Consiglio federale per la riapertura delle scuole post obbligatorie è l’8 di giugno: una data tuttavia ancora in forse e che verrà confermata a seconda dell’andamento dell’epidemia. La decisione dell’Esecutivo attesa per il 29 di aprile riguarda gli esami scritti di maturità; quelli orali sono invece di competenza dei singoli cantoni.

“Per noi è chiaro che gli esami orali non verranno organizzati”, ci conferma Bertoli, “mentre per quanto riguarda gli scritti i cantoni sono divisi: c’è una maggioranza dei cantoni, che però rappresenta meno di un terzo dei maturandi, che vorrebbe farli, mentre una minoranza, che tuttavia rappresenta oltre due terzi dei maturandi che non vuole organizzarli”. Tra questi, continua Bertoli, ci sono Zurigo, diversi cantoni urbani, la Romandia e anche il Ticino.

Resta l'attestato di maturità federale

La Conferenza dei direttori cantonali della pubblica educazione da parte sua ha chiesto al Consiglio federale di dare questa possibilità ai cantoni che lo richiedono. “Attendiamo questa decisione – continua il direttore del DECS –, soprattutto le condizioni per ottenere questa autorizzazione, che noi auspichiamo non siano strette; se il Governo federale ci darà la possibilità, si opterà, in questa situazione particolare, di considerare le conoscenze dei ragazzi fino all’11 di marzo e poi quello che è stato possibile fare nell’ambito della scuola a distanza”.

In Ticino, spiega infine Bertoli, “i ragazzi sono pronti in quarta: non c’è quasi nessuno che boccia, la selezione è già avvenuta nelle classi precedenti”.

L'attestato di maturità federale in ogni caso rimarrebbe. Ora, come detto, si attende di conoscere cosa deciderà il Consiglio federale.

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