Svizzera

Proteste pro-Palestina, alterco all’Uni di Ginevra

Alcune persone si sono introdotte nella notte a Uni Mail e hanno staccato degli striscioni, venendo a contatto con gli studenti che erano rimasti a dormire

  • 9 maggio, 10:07
  • 9 maggio, 12:12
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Striscioni e bandiere palestinesi appesi in questi giorni nell'atrio di Uni Mail

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Di: RTS/ATS/pon

Un alterco si è prodotto nella notte a Uni Mail, l’edificio dell’Università di Ginevra dove da alcuni giorni è in corso la protesta studentesca in favore della Palestina. Alcune persone - riferisce RTS - si sono introdotte nel corso della notte e hanno staccato bandiere palestinesi e striscioni, prima di trovarsi confrontate con gli studenti, una settantina, che erano rimasti a dormire nella struttura.

Stando alla ricostruzione della radiotelevisione romanda, primi movimenti sospetti sono stati notati dopo la mezzanotte. Qualche minuto più tardi, un uomo e una donna sono stati visti strappare una ventina di bandiere. Gli studenti li hanno apostrofati e - secondo quanto riferisce il loro collettivo - avrebbero ricevuto in risposta insulti a carattere razzista. Avvertita, la sicurezza è intervenuta e ha allontanato gli intrusi.

RTS avanza due ipotesi: che si fossero nascosti all’interno prima della chiusura, alle 22, o che si trattasse di collaboratori dell’Università, che dispongono di un badge che permette loro anche l’accesso ai piani superiori. Quella che appare più probabile è la seconda: una delle persone sarebbe un ausiliario di ricerca e insegnamento alla facoltà di diritto. Sarebbe implicata anche una ex candidata al Gran Consiglio ginevrino per i Verdi liberali.

I membri del collettivo studentesco erano gli unici autorizzati a trascorrere la notte nell’edificio, alla luce dell’incontro di mercoledì con il rettorato, al quale avevano potuto esporre le loro ragioni e rivendicazioni, in particolare quella dell’interruzione delle collaborazioni fra l’UNIGE e le università e gli istituti di ricerca israeliani. In giornata, tre membri del gruppo dovrebbero partecipare a una riunione sul ruolo dell’ateneo nel dibattito pubblico. In cambio, gli studenti si sono impegnati a proseguire la loro protesta solo durante le ore di apertura dell’università.

L’UNIGE “deplora l’accaduto, che è inaccettabile”, ha fatto sapere il portavoce Marco Cattaneo. Le persone coinvolte - ed allontanate dalla sicurezza in seguito - erano tre. Non c’è stata violenza fisica, ha detto Cattaneo. L’ateneo condurrà una sua inchiesta.

L’occupazione notturna si è già conclusa nell’edificio Géopolis dell’Università di Losanna. La direzione ha posto questa condizione - e che non venga ostacolata l’attività dell’istituto - per proseguire il dialogo con gli studenti. Questi ultimi saranno ancora presenti di giorno. Al Politecnico di Losanna, infine, la protesta si è conclusa alle 17.30 di martedì. Mercoledì le parti hanno avuto uno scambio di opinioni durato tre ore, un dialogo “costruttivo” secondo il presidente dell’EPFL Patrick Vetterli. Il Politecnico, tuttavia, continua a dirsi contrario a un boicotto delle istituzione di ricerca israeliane. Ha promesso però di condurre un’analisi approfondita di questi accordi.

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