Svizzera

Nemo e i diritti delle persone non-binarie

La partecipazione alla finale dell’Eurovision dell’artista di Bienne - che non si riconosce né nel sesso maschile, né in quello femminile - riporta d’attualità il tema del riconoscimento

  • 10 maggio, 13:17
  • 11 maggio, 14:03
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Nemo all'Eurovision

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Di: RG/RSI Info

Sabato sera la Svizzera parteciperà alla finale dell’Eurovision song contest. Poche ore fa, infatti, nella svedese Malmö l’artista Nemo, che rappresenta la Confederazione, ha staccato il biglietto per il capitolo conclusivo del concorso canoro. Può piacere o meno, ma la canzone di Nemo, un mix di generi musicali dal rap alla lirica, potrebbe portare la Svizzera sul podio. Questo almeno stando ai pronostici. Pronostici che però, notizia di queste ore, potrebbero subire scossoni per il fatto che la RAI ha diffuso “per errore” i dati relativi solo al televoto italiano, con Israele risultato primo al 39% e i Paesi Bassi secondi, ma a molta distanza, con il 7,9%. Diffondere i dati è vietato dal regolamento EBU (European Broadcasting Union), perché potrebbe influenzare chi vota. Così ora la RAI rischia un provvedimento disciplinare.

Ma - al di là dello show e dei pronostici - proprio la partecipazione di chi non si riconosce né nel sesso maschile, né in quello femminile, ripropone un discorso politico che torna quindi d’attualità: il diritto a un riconoscimento ufficiale delle persone non-binarie. 

Tante emozioni, in ogni caso, per Nemo, 24 anni, al termine della sua esibizione di ieri sera. Emozioni date dalla portata del messaggio racchiuso in “The Code”. Nella canzone l’artista racconta infatti del suo percorso verso l’identità non binaria, di quel codice uomo-donna che ha voluto superare. Al di là però di giurie e applausi, in parallelo alla gara in Scandinavia, qualcosa accade anche in Svizzera. Ispirate da Nemo, diverse personalità politiche, ma non solo, hanno firmato una lettera aperta rivolta a Consiglio federale e Parlamento. In essa si chiede di riconoscere ufficialmente le persone non binarie. Oggi, infatti, non è possibile indicare nel registro dello stato civile qualcuno che non sia né uomo, né donna o rinunciare del tutto a dare informazioni in questo senso. Si torna quindi a parlare di terzo sesso, dopo che nel 2022 il Governo già aveva bocciato l’idea di introdurre tale categoria: dato che - questa la motivazione - mancano quelli che definisce i presupposti sociali.

Diversa la situazione in Paesi come la Germania o l’Austria, che prevedono invece questa possibilità.

Da capire se la rinnovata pressione esercitata, tra gli altri, dai co-presidenti del PS e dalla presidente dei Verdi, così come da quasi 3’600 firmatari, avrà un reale impatto. Sicuramente se Nemo trionferà, riporterà in Svizzera l’ambito trofeo dopo la vittoria di Céline Dion, quasi 40 anni fa. Insomma, dopo Kim de l’Horizon con il suo acclamato libro Bloodbook, un’altra personalità non binaria elvetica fa i conti con il successo e inevitabilmente condiziona il dibattito pubblico.
                

A Malmö, in attesa di Nemo

Telegiornale 09.05.2024, 20:00

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