Svizzera

Crediti Covid, truffe e casi sospetti

Pubblicato un rapporto del Controllo federale delle finanze: soldi hanno raggiunto in fretta il tessuto economico ma ci sono stati tentativi di raggiri

  • 25 giugno 2020, 07:08
  • 4 settembre 2023, 15:51

Radiogiornale delle 07.00 del 24.06.2020: il servizio di Alberto Andreani

RSI Svizzera 25.06.2020, 09:00

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Di: RG-Alberto Andreani/ludoC

“I nodi vengono al pettine”: lo afferma il Controllo federale delle finanze (CFF) in merito ai crediti “Covid” garantiti dalla Confederazione per aiutare le aziende in difficoltà a causa della pandemia, in un rapporto intermedio sui tentativi di truffa.

L’impegno finanziario per contrastare i danni congiunturali, a fine maggio, ammontava a oltre 72 miliardi di franchi, mentre i soli crediti per le aziende a corto di liquidità, il mese scorso hanno toccato i 15 miliardi. A partire dal 26 marzo, l’erogazione giornaliera, sempre secondo il CFF, è stata di circa mezzo miliardo di franchi.

La rapidità e la semplicità delle procedure per ottenere un credito hanno però esposto il Paese a tentativi di truffa, come spiega alla RSI Michel Huissoud, direttore del CFF: “È importante identificare tempestivamente i casi sospetti di abuso, verificando ad esempio come questi crediti vengono impiegati, se il giro d'affari annunciato corrisponde ai dati sull'IVA, oppure se il prestito non sia stato impiegato per pagare dividendi. E non da ultimo, verificare che l'azienda non sia stata creata dopo il 1° gennaio”.

Un centinaio di casi sospetti

Per quanto riguarda i casi di uso fraudolento delle somme versate dalle banche e garantire dalla Confederazione, su tutti spicca il milione e mezzo di franchi trasferito illegalmente in Turchia da persone di origine straniera, residenti del Canton Vaud. Il denaro è stato in parte recuperato dalle autorità, stando all’ultimo comunicato della Procura vodese, che sta indagando su circa 30 casi di presunta truffa.

I casi sospetti a livello nazionale sono in tutto un centinaio. Secondo Huissoud, la buona notizia è però che i crediti hanno raggiunto celermente il tessuto economico “e che trattandosi di prestiti dovranno essere restituiti entro cinque anni”.

Controlli rapidi e serrati sono necessari anche per quanto riguarda i versamenti a fondo perso, come le indennità per il lavoro ridotto o di perdita di guadagno: cantoni e casse di compensazione segnalano già le prime decine di casi problematici.

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