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"Anche neutrali, si potrebbe fare di più"

Il parere della professoressa di diritto internazionale Anna Petrig sulle posizioni assunte dalla Confederazione

  • 25 febbraio 2022, 10:04
  • 23 giugno 2023, 15:44

RG 07.00 del 25.02.2022 Il servizio di Alan Crameri

RSI Svizzera 25.02.2022, 09:52

  • keystone
Di: RG/pon

La Confederazione non adotta sanzioni proprie nei confronti della Russia, ma inasprisce le misure che impediscono di servirsi della Svizzera per aggirare quelle decretate dall'Unione Europea nel primo pacchetto di alcuni giorni fa: è quanto ha comunicato giovedì in una dichiarazione alla stampa Ignazio Cassis. "Neutralità non significa indifferenza", ha affermato il presidente della Confederazione e capo del Dipartimento federale degli affari esteri, a sancire un atteggiamento piuttosto ambivalente: parole forti di condanna dell'agire del Cremlino, ma provvedimenti poco incisivi.

"In questa crisi non è stando zitti che si dimostra neutralità", afferma però Anna Petrig, professoressa di diritto internazionale all'Università di Basilea, secondo la quale le violazioni russe sono evidenti e non prendere posizione, anche con sanzioni, significa di fatto approvare l'aggressione.

"La politica della neutralità ammette un posizionamento chiaro", afferma Petrig, "e se mai la valutazione del Governo può variare a seconda del ruolo che la Svizzera potrebbe assumere in futuro come mediatrice". Le sanzioni possibili sono di due ordini, "ritorsioni, come l'espulsione di diplomatici russi, e rappresaglie, infrazioni al diritto internazionale giustificate da infrazioni ancora più gravi dall'altra parte. Per esempio il congelamento del patrimonio di aziende o cittadini russi o il mancato rispetto di contratti già firmati".

E non è vero che le sanzioni della "piccola" Svizzera non avrebbero senso perché prive di impatto: "La Svizzera ha legami stretti con la Russia nel settore finanziario. Si possono giudicare i provvedimenti come politicamente inopportuni, ma di sicuro non indolori".

Nel 2020 - secondo un rapporto dell'ambasciata svizzera a Mosca - cittadini russi residenti da noi hanno trasferito un capitale fiscale di 2,5 miliardi di dollari, con tendenza in crescita, e la piazza elvetica è particolarmente apprezzata.

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